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G20/B20: l’industria degli oli vegetali garanzia di sostenibilita’ energetica e alimentare nella crisi globale

A Bali, in Indonesia si è svolta la Sustainable Vegetable Oils Conference, un paso importante verso il vertice del G20 previsto per il 15/16 novembre, organizzata tra gli altri da Competere, Think Tank Italiano che svolge analisi e Advocacy su scala globale per promuovere innovazione e sostenibilità nelle catene di approvvigionamento.

Le filiere dell’olio vegetale si sono dimostrate resilienti di fronte alle tre emergenze successive che si sono verificate negli ultimi tre anni: la pandemia, l’interruzione delle forniture e gli impatti del conflitto in Ucraina. Senza dimenticare la crisi climatica, con lunghi periodi di siccità. Secondo dati FAO, il prezzo degli oli commestibili è salito quasi del 250% sui livelli di standard pre crisi, causando uno shock in tutta l’economia alimentare. Questo è stato il tema principale della “Sustainable Vegetable Oils Conference che si è svolta oggi a Bali, in Indonesia, organizzata tra gli altri da Competere, think tank italiano che svolge analisi e advocacy su scala globale per promuovere innovazione e sostenibilità nelle catene di approvvigionamento.

La Banca Mondiale stima che per ogni punto percentuale di aumento dei prezzi alimentari, circa 10 milioni di persone in tutto il mondo slittano sotto la soglia di povertà. Secondo il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, l’aumento vertiginoso dei prezzi alimentari può colpire l’equilibrio alimentare di oltre 320 milioni di persone in tutto il mondo.

I produttori e gli esportatori di oli vegetali non possono non fornire il loro contributo nell’affrontare questa crisi. Indonesia e Malesia rappresentano il 92% delle esportazioni totali di olio di palma nel periodo 2019-2021. I principali esportatori di olio di soia includono Argentina (46% delle esportazioni globali nel periodo), Brasile  (10%), Unione Europea (8%) e Stati Uniti   (8%).  Il Canada è il principale esportatore di olio di colza (colza) che rappresenta  il 58%delle esportazioni di olio di colza, seguito da Russia (13%), UE (8%) e Bielorussia  (7%).

“La Conferenza – dichiara Pietro Paganini, Presidente di Competere – è stata un vero successo, grazie alla partecipazione dei più importanti stakeholder del settore dell’olio vegetale, ovvero rappresentanti dei governi dei principali Paesi produttori, in particolare Cina, India, Russia e Ucraina, oltre che di Indonesia e Malesia.  Ciò dimostra che in un momento di conflitti internazionali e tensioni geopolitiche, la comunità dei produttori di olio vegetale può costruire alleanze trasversali. Questo per fornire al mondo tutto il necessario, sia per rafforzare la sicurezza alimentare, sia per garantire la crescita economica”.

La conferenza è stata organizzata dal Governo indonesiano in qualità di Presidente del Gruppo G20 2022, in collaborazione con il Consiglio dei Paesi Produttori di Olio di Palma, Competere, FAO, WFP, WTO, di aziende come Cargil, Sine Darby e organizzazioni settoriali come GAPKI, United Soybean Board, Malaysian Sustainable Palm Oil eONG, come Solidaridad.

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Nota

Le organizzazioni che lavorano in questo settore hanno garantito una fornitura di energia a miliardi di persone in tutto il mondo. Sia l’energia fisica per lo spostamento delle merci, sia per scopi alimentari, rafforzando così la sicurezza nutrizionale in uno dei momenti più critici per l’umanità dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo hanno fatto in modo sostenibile, riducendo l’impatto sull’ambiente, sulla biodiversità e sulle foreste e raggiungendo standard ambientali che sono diventati un punto di riferimento per molte altre catene di approvvigionamento.

La Conferenza rappresenta un contributo importante in vista del prossimo G20 di Bali, per rafforzare la cooperazione sulle questioni della sicurezza alimentare globale e dell’agricoltura sostenibile.

Negli ultimi tempi diverse catene di produzione hanno ceduto al peso della pandemia, ai continui e improvvisi colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento, alla crisi climatica e agli attriti geopolitici, spingendo i prezzi alle stelle. La filiera dell’olio vegetale ha resistito nonostante tutto, dimostrando grande resilienza. Dove la produzione e la distribuzione di alcuni oli ha subito blocchi e rallentamenti, altri sono intervenuti garantendo la sicurezza alimentare ed energetica.

In questo contesto drammatico, molte filiere, come la palma da olio e la soia, sono riuscite a investire in innovazione e sostenibilità, riducendo l’impatto dei sistemi agricoli e produttivi sulla biodiversità, l’uso del suolo e le foreste. Di tutte le filiere, quelle degli oli vegetali, guidate dalla produzione di olio di palma, si sono dimostrate, dati alla mano, le più sostenibili e resilienti. E hanno continuato a rispondere positivamente a legislazioni sempre più stringenti in termini di qualità e sostenibilità ambientale e di risorse umane che l’Europa, spesso con un approccio unilaterale e non collaborativo, ha continuato a sviluppare. Così come gli oli vegetali hanno resistito a campagne mediatiche di boicottaggio che altri settori commerciali o ONG hanno promosso con poca consapevolezza del disperato bisogno che l’Occidente ha di oli vegetali.

La prima conferenza sull’olio vegetale ha affrontato questi problemi e ha discusso le sfide che l’umanità deve affrontare, come la crescita esponenziale della popolazione e dei consumi e la crisi climatica.

Per la prima volta, le principali parti interessate si sono incontrate nel contesto del G20 per discutere le sfide attuali e con l’obiettivo di rafforzare la resilienza e la sostenibilità delle catene di produzione.

L’Indonesia è leader mondiale nella produzione di oli vegetali, in particolare olio di palma. La sicurezza alimentare di decine di nazioni e miliardi di persone dipende dalle esportazioni indonesiane. Con questo evento, il governo centrale di Giacarta sta cercando di dimostrare la sua capacità di guidare le varie catene di approvvigionamento e i paesi produttori verso la stabilità economica e la stabilità ambientale e sociale.

Negli ultimi dieci anni, l’Indonesia è diventata uno dei maggiori investitori in progetti volti alla salvaguardia della biodiversità e al recupero delle risorse forestali. L’impegno ad organizzare questa conferenza durante il G20 deve fungere da stimolo per l’industria globale e i paesi produttori, ma soprattutto per le decine di milioni di piccoli agricoltori che, con i loro sforzi, contribuiscono a garantire energia per il mondo.

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Competere è think tank che si occupa di analisi e advocacy per promuovere il commercio globale, l’innovazione e le catene di approvvigionamento resilienti e sostenibili, per promuovere un’alimentazione sostenibile e per responsabilizzare gli individui nel loro sforzo di prosperare in libertà, prosperità e in una relazione equilibrata con l’ecosistema.  Competere collabora con istituzioni internazionali e governi, aziende e associazioni di settore su progetti che riguardano il libero scambio, l’approvvigionamento di materie prime, la resilienza e la sostenibilità della filiera, la lotta alla malnutrizione e allo spreco alimentare, la ricerca e la formazione, la digitalizzazione dei processi produttivi. Promuove la libera iniziativa e il libero scambio perché, date le lezioni della storia, è la base del miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei cittadini. Le politiche pubbliche devono stimolare gli investimenti nell’innovazione sociale e tecnologica, incentivare l’imprenditorialità e il commercio e creare le condizioni per la crescita e la stabilità economica e sociale.

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