Politiche agricole

FAO, prezzi mondiali ai massimi storici. Confagricoltura disponibile a dare agli agricoltori ucraini i mezzi tecnici per le semine  

                          

“Siamo a disposizione del nostro governo per contribuire alla messa a disposizione degli agricoltori Ucraini dei mezzi tecnici necessari per le imminenti semine di mais e girasole”. Lo ha dichiarato il presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti in videoconferenza con il ministro dell’Agricoltura di Kiev al Consiglio Agricoltura della UE, che si è tenuto ieri nel Lussemburgo.

Il ministro ha indicato che, sia pure con le grandi incertezze del momento, l’obiettivo è quello di contenere la riduzione delle semine al 30% rispetto ai livelli dell’anno passato. Dal canto suo, il Commissario UE all’Agricoltura ha indicato di aver già trasmesso agli stati membri la lista delle richieste avanzate dall’Ucraina (sementi, carburanti e fertilizzanti) con l’indicazione dei canali attivati per le consegne.

Nel 2021, evidenzia Confagricoltura, le esportazioni di cereali e semi oleosi hanno inciso per l’85% sul totale delle vendite all’estero di prodotti agroalimentari (circa 24 miliardi di euro) dell’Ucraina.

“Dalle semine e dal collocamento sui mercati dei raccolti Ucraini – sottolinea Giansanti – dipende in buona misura l’evoluzione delle quotazioni a livello internazionale che a marzo, secondo l’indice della FAO, hanno toccato il massimo storico con un aumento di quasi il 13% sul mese precedente”.

“Stando alle previsioni della FAO e del Fondo Monetario Internazionale, col precetto della guerra in Ucraina la penuria di cibo potrebbe colpire quest’anno 13 milioni di persone in più rispetto al 2021, con gravi ripercussioni di natura sociale”.

“I ministri dell’Agricoltura della UE hanno ribadito ieri che, grazie alla PAC, la fornitura di cibo per i cittadini dell’Unione non è assolutamente in discussione, ma la sicurezza alimentare va garantita sul piano globale”, evidenzia il presidente della Confagricoltura.

“Il potenziale dell’agricoltura europea ha un valore strategico che va salvaguardato al massimo. Tenuto conto dello scenario internazionale, è necessario spendere alle prossime semine autunno-vernini (raccolti 2023) la flessibilità consentita quest’anno agli Stati membri per la messa a coltura dei terreni finora a riposo, che ammontano nel complesso a 4 milioni di ettari”.

 

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