Economia

Credito bancario non basta per il rilancio dell’agricoltura

I finanziamenti delle banche garantiti dallo Stato non possonoessere l’unico strumento per sostenere il settore primario in unafase così critica – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso – Per immettere nuova liquidità nel sistema occorre unastrategia più coraggiosa, che non si limiti a far indebitareulteriormente le aziende agricole, seppure a condizioni agevolate”.

Di fronte a uno scenario eccezionale, c’è bisogno di misureeccezionali. “Occorre  superare gli schemi e le regole che hannodominato finora la politica economica italiana ed europea, prevedendo anche la possibilità di concedere finanziamenti a fondoperduto per un’immissione di nuova liquidità che non si traduca innuovi debiti per le aziende – continua Tiso.

In questa fase sono molteplici gli strumenti a cui si può fare ricorso. Tra questi una riduzione del carico fiscale, misura che non comportacomplicate procedure e permette di dare respiro immediato alleaziende. E’ inoltre necessario aiutare anche le imprese già insofferenza, che al momento, secondo quanto previsto dal decretoLiquidità, sono escluse dalle agevolazioni per i finanziamenti gestitidall’Ismea.  L’agricoltura ha fatto la sua parte durante l’emergenzaCoronavirus, grazie all’impegno delle aziende che hanno continuatoa lavorare per garantire le forniture di generi alimentari a tutta lapopolazione. Ora lo Stato è chiamato a riconoscere il ruolo delsettore primario e a diventare protagonista della rinascita. Se vuolefarlo, non può delegare in toto al sistema creditizio privato lafunzione di sostenere un settore cruciale per l’economia e la vita delPaese”.  

 

 

 

 

 

 

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