Ambiente

Cambiamenti climatici e malattie delle piante: Agroinnova in prima linea per l’importante studio internazionale

Undici ricercatori provenienti da tutto il mondo sono stati chiamati a fare il punto sulle ricerche condotte fino a oggi sulla relazione tra malattie delle piante e cambiamenti climatici e a disegnare una strategia che venga adottata dai decisori politici per prevenire e mitigare i rischi connessi.

I cambiamenti climatici rappresentano una sfida molto importante da combattere per tanti settori scientifici. Le ricerche svolte in tutto il mondo sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle malattie delle piante non sono ancora sufficienti, ma già rappresentano un buon punto di partenza per trarre delle conclusioni ed elaborare delle strategie di prevenzione e mitigazioni efficaci.

Questo è stato l’obiettivo dello studio fortemente voluto dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) che ha coinvolto 10 autori provenienti da tutto il mondo (Spagna, Iraq, Brasile, Australia, Stati Uniti, Sud Africa, Germania, Libano, Cina e Jamaica) ed è stato coordinato dalla Prof.ssa Maria Lodovica Gullino, Direttore di Agroinnova, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino.

“Questo incarico – commenta Maria Lodovica Gullino – è il giusto riconoscimento scientifico a un Centro che da oltre 18 anni opera a livello internazionale sui moltissimi temi con cui la patologia vegetale si interseca. Quando abbiamo iniziato a collaborare con IPPC e FAO sull’Anno Internazionale, sapevamo che era molto importante mettere in campo tutte le risorse e le competenze possibili. Nel corso degli ultimi 15 anni il Centro ha investito 6 milioni di euro in studi sugli effetti del cambiamento climatico sulle malattie delle piante, anche realizzando importanti investimenti in strutture. Tali risorse sono arrivate dall’Unione Europea, da Ministeri e dalla Regione Piemonte.”

Il 2020 è stato l’Anno Internazionale della Salute delle Piante (IYPH2020), promosso dall’International Plant Protection Convention (IPPC), una grande occasione per valorizzare e promuovere il ruolo della salute delle piante nella vita di tutti i cittadini e per ragionare su cosa ci riserva il futuro e su quali azioni saranno necessarie per mantenere le piante sane e avere cibo sano e sicuro per tutti.

Tra i casi studio presi in considerazione dalla review anche il temutissimo punteruolo rosso delle palme, che ha colpito non solo l’Europa mediterranea ma anche tutto il medio oriente, la ruggine

del caffè, la Xylella fastidiosa, che ha distrutto gli uliveti in Puglia, la peronospora della patata e della vite, e alcune specie di funghi che producono micotossine. A essi si aggiungono anche alcuni nematodi ed erbe infestanti.

Il Comitato direttivo dell’IYPH2020 ha così raccolto le competenze e le esperienze di patologi vegetali, entomologi, botanici, climatologi e analisti da tutto il mondo, con un compito molto preciso: mettere insieme le migliori strategie di prevenzione e mitigazione dei rischi legati ai patogeni vegetali e ai cambiamenti climatici. La scelta del coordinatore dello studio, la prof.ssa Maria Lodovica Gullino, è ovviamente poi ricaduta su chi lavora da anni sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie delle piante, su chi si è impegnato tanto nella promozione dell’IYPH2020 e su chi dirige un centro di ricerca internazionale distintosi per grossi progetti europei e per le numerose collaborazioni all’attivo in tutto il mondo.

“Le conclusioni fondamentali di questo studio dovrebbero allertare tutti noi su come i cambiamenti climatici possono influenzare il modo in cui i parassiti possono diventare infettivi, diffusi e gravi in tutto il mondo”, ha affermato QU Dongyu, Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), durante la presentazione dello studio alla presenza dei rappresentanti dei ministeri dell’agricoltura e delle foreste della Finlandia e dello Zambia. “Lo studio mostra chiaramente che l’impatto del cambiamento climatico è una delle maggiori sfide che chi opera sulla salute delle piante sta affrontando.”

Oltre allo studio approfondito è stato elaborato un documento sintetico che evidenzia i messaggi chiave, una panoramica dei problemi connessi ad alcuni dei principali patogeni vegetali nel mondo e le strategie di prevenzione e mitigazione che andrebbero attuate. Alla politica internazionale così vengono trasmesse delle indicazioni molto precise su che cosa è necessario fare a livello normativo, mentre alla ricerca internazionale il messaggio è quello di accettare un approccio sempre più multidisciplinare anche in questo ambito.

Lo studio è stato ufficialmente presentato da Maria Lodovica Gullino il 1° giugno attraverso una conferenza online indetta dalla FAO, che rappresenta il punto d’arrivo per l’IYPH2020 ma anche un punto di inizio per chi dovrà raccogliere l’eredità di questo studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle piante e prendere decisioni politiche.

Il futuro di Agroinnova parte sicuramente da qui e i futuri studi coordinati dal Centro saranno sempre più orientati a un approccio di Salute circolare, che prenda in considerazione il ruolo della salute delle piante e dell’ambiente in relazione alla salute degli animali e dell’uomo, con l’aiuto delle nuove tecnologie, intelligenza artificiale in primis.

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