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AGRIcoltura100: la sostenibilità delle imprese agricole per la ripresa del Paese

La sostenibilità aiuta le imprese agricole a crescere, rendendole più innovative, competitive e migliorando la qualità dell’occupazione. Circa un’azienda del settore su due (48,1%) in Italia è particolarmente sensibile e impegnata sul tema. E questa attenzione, sempre per una buona metà di imprese, esce ulteriormente rafforzata dalla pandemia, che ha impresso significativi cambiamenti alla cultura aziendale e dato nuovo significato a obiettivi e politiche sostenibili.

Sono questi i principali risultati del primo Rapporto AGRIcoltura100, promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura e realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved, che ha indagato l’impegno delle aziende agricole italiane nei diversi ambiti della sostenibilità.

AGRIcoltura100 è un progetto pluriennale nato per monitorare e valorizzare il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile dell’Italia e alla sua ripartenza dalla crisi del Covid-19. La prima edizione ha visto la partecipazione di ben 1.850 imprese agricole di tutti i comparti produttivi e le regioni d’Italia.

Il modello di analisi ha elaborato i dati di 234 variabili e prodotto per ogni azienda 17 indici per altrettanti ambiti di sostenibilità, raggruppati in 4 aree: E (Environment – Sostenibilità ambientale); S (Social – Sostenibilità sociale); G (Gestione – Gestione dei rischi e delle relazioni); D (Development – Qualità dello sviluppo). Sulla base dei dati raccolti è stato attribuito a ogni partecipante l’Indice AGRIcoltura100, che misura il livello di sostenibilità dell’impresa agricola. Le aziende ricevono inoltre un servizio riservato di assessment di sostenibilità, che permette di valutare i risultati raggiunti e le aree di miglioramento, supportando così il loro impegno per diventare più sostenibili e competitive.

Nella mattinata si è tenuto, in modalità virtuale, l’evento di presentazione del Rapporto AGRIcoltura100 relativo al 2020 e di premiazione delle imprese agricole vincitrici, con intervento del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli. Sono inoltre intervenuti: Luca Filippone – Direttore Generale di Reale Mutua; Massimiliano Giansanti – Presidente di Confagricoltura; Enea Dallaglio– Partner di Innovation Team, società di ricerca del Gruppo Cerved; Vittorio Amedeo Viora, Amministratore di Reale Mutua Assicurazioni e Vicepresidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino.

PRIMO RAPPORTO AGRIcoltura100 – PRINCIPALI EVIDENZE

L’agricoltura italiana si dimostra un settore d’avanguardia in tema di sostenibilità: il 17,8% delle imprese ha infatti un livello di sostenibilità alto e il 30,3% medio-alto. Non emergono grandi differenze tra le aree geografiche e le attività produttive. L’impegno per la sostenibilità caratterizza tutte le fasce dimensionali: l’80% delle imprese più grandi ha un livello di sostenibilità alto o medio-alto, ma anche tra le aziende più piccole, con meno di 5 addetti, più di un terzo (34,2%) raggiunge quel livello.

L’area della sostenibilità ambientale è quella in cui si registra il maggiore impegno delle imprese agricole, con iniziative finalizzate al miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse (97,9% di imprese attive), alla garanzia della qualità dei prodotti e della salute alimentare (88,4%), fino alle attività di gestione del rischio idrogeologico (56,8%), di gestione e riduzione delle emissioni (55,9%) e alle innovazioni per la sostenibilità ambientale (30,7%), come l’uso di dati per i processi gestionali e produttivi o di tecnologie di precisione.

Anche la sostenibilità sociale vede un impegno significativo: qui spiccano la valorizzazione del capitale umano (67,5%) – comprendente attività di formazione professionale ed extraprofessionale dei lavoratori, cooperazione con le scuole per l’inserimento dei giovani e attività di formazione sulla sostenibilità – e la sicurezza del lavoro (66,6%), con iniziative di formazione, controlli e certificazioni.

Nell’area della gestione dei rischi e delle relazioni, invece, il tasso di iniziativa più rilevante è quello della gestione dei rischi, che vede attive il 74,9% delle imprese con polizze assicurative contro gli eventi atmosferici, per la protezione del patrimonio aziendale e per la responsabilità civile. Forte anche l’impegno nei confronti delle comunità locali (60,9%) e nei rapporti con le reti e la filiera (56,8%).

L’emergenza Covid-19 ha anche determinato impatti significativi nella cultura aziendale: una buona metà delle imprese agricole dichiara che la sostenibilità è aumentata di importanza in tutte le aree, in primis quella ambientale (52,4%) fino a quella sociale (50,5%) e della gestione dei rischi e delle relazioni (48,7%).

AGRIcoltura100 ha anche misurato la qualità dello sviluppo delle aziende agricole – l’area D (Development) – definita dai tre ambiti della qualità dell’occupazione, competitività e innovazione.

Ebbene: circa un’impresa agricola su tre (32,5%) in Italia ha un livello di qualità dell’occupazione alto o medio-alto, ed è quindi impegnata nell’offrire rapporti di lavoro stabile e di qualità, facilitando l’accesso e la formazione dei giovani e sostenendo il lavoro delle donne, con iniziative di tutela dei diritti e conciliazione vita-lavoro. Questo indice è correlato positivamente al livello generale di sostenibilità espresso dall’Indice AGRIcoltura100: le imprese con qualità dell’occupazione alta e medio-alta sono il 15,8% di quelle con livello base di sostenibilità, il 28,3% di quelle con livello medio, il 36,8% di livello medio-alto, e il 49,1% delle imprese con livello di sostenibilità alto.

Dati significativi anche in tema di innovazione, dove oltre un’impresa su tre (37,2%) ha un livello alto o medio-alto, anch’esso correlato positivamente con lo standard generale di sostenibilità.

Mettendo a fattor comune qualità dell’occupazione, competitività e innovazione, emerge che ben il 38,8% delle imprese agricole in Italia ha un indice di qualità dello sviluppo alto o medio-alto, e anche in questo caso traspare la robusta correlazione con l’Indice AGRIcoltura100. Pertanto: le imprese con un livello elevato di sostenibilità sono anche più sostenibili sotto il profilo economico: hanno una migliore qualità dell’occupazione (più lavoro continuativo, più donne e più giovani), sono più competitive e innovative. Investendo nella sostenibilità, dunque, le imprese agricole generano un impatto positivo sull’ambiente e la società e insieme rafforzano il proprio business e la capacità competitiva.

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Durante la mattinata, sono state premiate le prime tre imprese nello scoring dell’Indice AGRIcoltura100 e altre sei imprese che si sono particolarmente distinte per il loro impegno in specifici ambiti di sostenibilità.

Prime tre imprese classificate:

  • Società Agricola Barberani & C. S.S (Orvieto – TR, Umbria) – attività: viticoltura
  • Azienda Agricola Iori S.R.L. (Avezzano – AQ, Abruzzo) – attività: ortive
  • Società Agricola Cupidi Alessio e Leonardi Roberta S.S. (Gallese – VT, Lazio) – attività: azienda mista

Imprese con menzioni speciali:

  • ATTENZIONE ALL’IMPATTO AMBIENTALE: Tenuta Serravalle di Gerardo Diana (Mineo – CT, Sicilia) – attività: azienda mista
  • QUALITÀ DEL LAVORO E OCCUPAZIONE DEI GIOVANI: Podere Francesco Azienda Agricola Di Bruno D’Elpidio(Mosciano Sant’Angelo – TE, Abruzzo) – attività: fruttiferi-agrumi
  • GESTIONE DEL SUOLO: La Falchetta S.S.A. (Druento – TO, Piemonte) – attività: azienda mista
  • QUALITÀ ALIMENTARE: Sorrentino Vini S.R.L. Società Agricola (Boscotrecase – NA, Campania) – attività: viticoltura
  • RAPPORTI CON RETI, FILIERA E COMUNITÀ LOCALE: Società Agricola Anidagri S.R.L. (Borzonasca – GE, Liguria) – attività: azienda mista
  • VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI: Prato Del Vescovo Floricoltura (Albenga – SV, Liguria) – attività: floricoltura

 

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