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A rischio la sopravvivenza della pericoltura 

 

Il comparto delle pere è alle prese con una nuova grave minaccia che getta un’incognita sul futuro della coltura in tutto il Nord-Italia: si tratta della maculatura bruna, malattia fungina che in questi ultimi anni ha fatto registrare un crescente livello di recrudescenza e diffusione in sempre nuovi areali di produzione e che, con il conseguente marciume del calice del pero, causato da un altro agente patogeno l’Alternaria, sta riducendo le produzioni in quantità e qualità di quest’anno.

Le perdite interessano principalmente i territori di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, dove si concentra la produzione e la varietà Abate Fétel, che rappresenta in termini quantitativi circa il 40% dell’intera produzione nazionale (v. tabella). Danni ingenti si registrano anche a carico di altre varietà sinora considerate meno suscettibili, quali Kaiser e Conference.

Fortissima preoccupazione è stata espressa da tutti i partecipanti del Comitato di Coordinamento dell’OI Pera, che si è riunito nella giornata di ieri, con lo scopo di fare il punto sulla situazione delle prime raccolte di pere e sui progetti di ricerca in atto.

Il settore arriva da un’annata a dir poco disastrosa con quantitativi drasticamente compromessi, oltre che dall’andamento climatico, dai fenomeni della cimice asiatica e della maculatura bruna. Già lo scorso anno sono state quantificate perdite di reddito enormi: si stima che non solo l’agricoltore non abbia marginalizzato, ma che i costi di produzione abbiano superato di circa 8.000 euro la PLV ad ettaro.

Dopo una stagione del genere era vitale una nuova campagna che potesse dare un po’ di respiro ai produttori e invece purtroppo siamo di nuovo costretti a registrare una situazione sempre più preoccupante.

La produzione totale molto probabilmente è quella stimata in fase di previsione, ma molte, troppe avversità stanno creando problemi qualitativi soprattutto sull’Abate Fetel, da indurre a ritenere che il prodotto di buona qualità sarà anche quest’anno molto contenuto. Il gelo di fine marzo/inizio aprile ha creato grossi problemi qualitativi di cinghiatura e rugginosità, lo sviluppo dei frutti, che fino a qualche mese fa sembrava buono, oggi risulta ostacolato dalle elevate temperature, ma sono soprattutto i frequenti ed enormi attacchi fungini – maculatura bruna e calicina – che stanno mettendo a rischio gran parte della produzione, elevandone peraltro i costi di produzione.

Ci sono molti progetti di ricerca in atto, sui quali anche l’OI Pera si è impegnata, che però ancora non stanno dando risposte e soluzioni ai problemi. Alla ricerca serve tempo, questo è noto, ma non c’è più tempo e urgono risposte.

La maculatura, rileva Confagricoltura, interviene su un comparto già fortemente provato dalle perdite subite nella precedente campagna a causa dell’infestazione eccezionale dovuta alla cimice asiatica (Halyomorpha halys), che, nella sola Emilia Romagna, lo scorso anno ha già dimezzato la produzione con conseguenti danni di centinaia di milioni di euro. A ciò si aggiungano, non ultimi, le gelate di questa primavera, con perdite di produzione e scadimenti qualitativi.

“La concomitanza di queste circostanze – dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – sta portando allo stremo tante aziende che rischiano non solo di non fare reddito, ma anche di andare in perdita per gli incrementi consistenti dei costi di produzione, lievitati per i maggiori oneri sostenuti per la difesa dalla maculatura. A rischio è la tenuta di un comparto importante della nostra frutticoltura, che conta circa 30.000 ettari coltivati soprattutto nel Nord Italia”.

Fortissima preoccupazione è stata espressa da tutti i partecipanti del Comitato di Coordinamento dell’OI Pera, che si è riunito nella giornata di ieri, con lo scopo di fare il punto sulla situazione delle prime raccolte di pere e sui progetti di ricerca in atto.

Il settore arriva da un’annata a dir poco disastrosa con quantitativi drasticamente compromessi, oltre che dall’andamento climatico, dai fenomeni della cimice asiatica e della maculatura bruna. Già lo scorso anno sono state quantificate perdite di reddito enormi: si stima che non solo l’agricoltore non abbia marginalizzato, ma che i costi di produzione abbiano superato di circa 8.000 euro la PLV ad ettaro.

Dopo una stagione del genere era vitale una nuova campagna che potesse dare un po’ di respiro ai produttori e invece purtroppo siamo di nuovo costretti a registrare una situazione sempre più preoccupante.

La produzione totale molto probabilmente è quella stimata in fase di previsione, ma molte, troppe avversità stanno creando problemi qualitativi soprattutto sull’Abate Fetel, da indurre a ritenere che il prodotto di buona qualità sarà anche quest’anno molto contenuto. Il gelo di fine marzo/inizio aprile ha creato grossi problemi qualitativi di cinghiatura e rugginosità, lo sviluppo dei frutti, che fino a qualche mese fa sembrava buono, oggi risulta ostacolato dalle elevate temperature, ma sono soprattutto i frequenti ed enormi attacchi fungini – maculatura bruna e calicina – che stanno mettendo a rischio gran parte della produzione, elevandone peraltro i costi di produzione.

Ci sono molti progetti di ricerca in atto, sui quali anche l’OI Pera si è impegnata, che però ancora non stanno dando risposte e soluzioni ai problemi. Alla ricerca serve tempo, questo è noto, ma non c’è più tempo e urgono risposte.

La soluzione migliore a questi problemi non potrà che essere un approccio integrato fra diverse tecniche, ma in un momento di eccezionale negatività come quello attuale e  si sottolinea – senza alternative – è indispensabile richiedere e ottenere in fretta l’uso eccezionale di alcuni prodotti che rivelano una certa efficacia. Questa tuttavia non potrà che essere una soluzione temporanea, di breve periodo ma è assolutamente indispensabile per fronteggiare l’emergenza in atto.

Ormai da anni – dichiara Gianni Amidei, Presidente dell’OI Pera – a fronte di sempre maggiori problemi fitosanitari, dovuti anche ai cambiamenti climatici e a nuovi organismi nocivi, è in atto una diminuzione costante della disponibilità di molecole autorizzate ed efficaci.  Senza le necessarie e valide alternative è indispensabile richiedere la deroga all’utilizzo di alcune di queste sostanze e come OI Pera ci impegneremo a presentare le richieste alle Istituzioni preposte, affinché l’iter si svolga nei tempi più rapidi possibili.

Parallelamente è necessario ottenere supporti economici per tutti coloro che in questo importante e criticissimo momento stanno subendo forti danni, snellendo la burocrazia e soprattutto legando la concessione dell’aiuto ad un danno certo e facilmente quantificabile.

Nella negatività del periodo – conclude Amidei le grandi difficoltà hanno senza dubbio creato una nuova e maggiore coesione fra tutto il mondo produttivo, ma anche della ricerca e questo è di buon auspicio per l’ottenimento dei risultati. Tutti le più importanti aziende della produzione, del commercio e della trasformazione, che siedono nel tavolo dell’OI Pera chiedono pertanto fermamente alle Istituzioni interventi concreti e immediati per evitare la scomparsa della pericoltura in Emilia Romagna, culla della produzione nazionale ed europea”.

“E’ essenziale – dice Giansanti – che imprese e istituzioni collaborino mettendo a fattor comune tutte le risorse e le misure utili a sostenere il comparto, avviando da subito un’attenta riflessione sull’applicazione della legislazione fitosanitaria che oggi, con la drastica riduzione del numero delle molecole a disposizione per la difesa dai parassiti delle piante, ha privato le aziende di soluzioni efficaci per la lotta al patogeno, senza fornire alternative valide sotto il profilo tecnico ed economico”.

Secondo Confagricoltura occorre censire le molecole oggi non più autorizzate, per le quali chiedere ai Ministeri competenti la deroga per uso d’emergenza nella lotta contro la maculatura, rafforzando al contempo i programmi di assistenza tecnica e la ricerca verso soluzioni sostenibili ma efficaci, evitando anche l’insorgenza di fenomeni di resistenza che sembrano essere alla base della recrudescenza della malattia negli ultimi anni.

“Nell’immediato è necessario attivare comunque interventi compensativi per ripristinare la liquidità delle imprese maggiormente danneggiate da passate e attuali calamità. A questo proposito – conclude il presidente di Confagricoltura – invitiamo le amministrazioni coinvolte a completare quanto prima le procedure di istruttoria ed erogazione delle domande di indennizzo per dare un segnale concreto a favore delle aziende in difficoltà.

 

 

 

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